La vendemmia non è solo raccolta delle uve dopo un anno di lavoro, ma meticolosa pazienza, lunga esperienza e tenace passione

La vendemmia è il momento che si attende tutto l’anno, il culmine di un crescendo di 12 mesi di lavoro, tra soddisfazioni e imprevisti, dove si cerca di portare a casa il frutto della terra nel modo migliore possibile. Quando si avvicina questo fatidico periodo, si provano spesso emozioni tra loro contrastanti: da un lato, gioia, immensa gioia, come quella che si sperimenta di fronte al miracolo della nascita; dall’altro, preoccupazione, il fiato sospeso a monitorare le condizioni climatiche che, a volte, si rivelano avverse, costringendo a correre ai ripari, a trovare all’istante il rimedio più appropriato. Ma è proprio in questo che sta il fascino della vendemmia, il cui segreto è custodito, come amiamo solitamente dire, nei capelli bianchi del coltivatore.

È l’esperienza che forma, oltre ogni preparazione scolastica. E che non finisce mai. Ogni anno si aggiungono nuovi accorgimenti da mettere da parte e nuove accortezze da aggiungere al proprio bagaglio: se si raggiunge l’obiettivo in vigna, si lavora meno in cantina. Si dice che “chi si forma non si ferma”. Parole tutt’altro che retoriche. In questi ultimi anni, infatti, abbiamo adottato tecniche nuove basate su metodi tradizionali attraverso i quali accompagnare il decorso del vino senza doverlo alterare. Una strada sicuramente più lunga e impervia, ma che è in grado di regalare soddisfazioni inestimabili.

Il segreto di una buona vendemmia

Determinare il momento esatto in cui procedere con la vendemmia è un’operazione fondamentale che influirà ovviamente sul prodotto finale. A tal proposito, vi sono diversi accorgimenti che amiamo mettere in pratica, come riconoscere la giusta maturazione della foglia, ad esempio, un dettaglio tutt’altro che trascurabile: quando essa appare vigorosa e bella, rilassata, con un colore maturo ed evidenti nervature, allora potremmo essere prossimi al momento tanto atteso.

Ma è il test del grado di maturazione delle uve la vera cartina tornasole. Assaggiamo quindi l’acino per capirne la consistenza, la croccantezza. E poi procediamo con la determinazione del grado zuccherino delle uve, quello fenolico e la loro acidità. Acidità. Parola magica. Se per quanto riguarda gli spumanti, infatti, è necessaria un’acidità leggermente più elevata, per le uve rosse, invece, si deve dare più risalto all’aspetto tannico, caratteristica di rilievo sia per i vini di pronta beva sia per quelli che sottoponiamo a un periodo di affinamento in legno. Il passo successivo sarà quindi il campionamento, che prevede tre prelievi di 150-200 acini per vigna. Una volta condotti in cantina, li schiacciamo, ottenendone quindi un liquido che viene poi grossolanamente filtrato e inviato in un laboratorio accreditato per maggiori dettagli. 

Teniamo a sottolineare che, in cantina, effettuiamo la pigiatura rigorosamente con le uve fresche, ovvero appena raccolte e conservate in un ambiente a bassa temperatura per non oltre 24 ore, soprattutto in caso di uve bianche. Perché è in questo modo, che si mantengono intatti tutti gli aromi e il quadro acido non viene alterato. Ecco perché prediligiamo la vendemmia mattutina. Ogni cosa, del resto, ha il suo tempo.

2024: un’ottima annata?

Se è stata ottima, lo si potrà scoprire solo a vinificazione conclusa. Detto questo, il 2024 è stato un anno per nulla banale, soprattutto in quanto giunge dopo due vendemmie particolarmente siccitose nel corso delle quali non si era registrato alcun problema per quanto riguardo le malattie e gli attacchi fungini. Cosa che non si può dire di quest’anno, invece, in cui siamo stati costretti a intervenire, seppur in maniera il più possibile contenuta.

Effettuiamo la vendemmia sempre e solo a mano e in cassetta, in quanto le forti pendenze dei nostri terrazzamenti non ci consentono l’utilizzo delle macchine che, sebbene nel tempo questi strumenti si siano perfezionati, non crediamo garantiscano un lavoro altrettanto di qualità. Le uve vengono poi trasferite in cantina dove sono pressate e dove si porta avanti la macerazione pre fermentativa in pressa.

La vendemmia di quest’anno è buona dal punto di vista quantitativo, nonostante le grandinate dell’anno scorso, mentre da quello qualitativo, si sta offrendo un po’ a macchia di leopardo. Influenti sono stati sia l’abbondante piovosità di maggio e giugno, in cui si sono concentrate quasi tutte le precipitazioni che avremmo dovuto avere nel corso dei mesi precedenti, nonché i forti temporali e gli abbondanti acquazzoni di fine agosto, che non hanno ben influito sull’integrità degli acini e dei grappoli in generale. Ciò nonostante, il risultato che abbiamo registrato ci rende soddisfatti, testimone, anche questa volta, di un lavoro portato avanti con dedizione, coscienza, preparazione. E tanto amore.

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